Primo bilancio “soft”

E’ tempo di primi bilanci soft dopo sei mesi dal “closing” che ha sancito il cambio di passo per INNOVENGER con l’ingresso di Nembrini Consulting nella compagine azionaria.

Q: Sono passati meno di 6 mesi dal “closing” che ha sancito il cambio di passo per INNOVENGER con l’ingresso di Nembrini Consulting nella compagine azionaria: ad una prima valutazione, avete raggiunto quelli che vi eravate preposti come obiettivi?

La risposta è articolata: di pelle mi verrebbe da rispondere “sicuramente No” o meglio “Non Ancora”… ma non è un risultato negativo, anzi….
Credo moltissimo nel fatto che se i tuoi sogni non ti spaventano, allora non sono grandi abbastanza – ho la sicurezza che faremo ancora tanti errori, ma non quello di pensare in piccolo, limitativo a prescindere.

L’ovvio corollario è che probabilmente saremo sempre un passo indietro rispetto a dove vorremmo essere, ma contenti e orgogliosi del percorso su cui ci troviamo e dei valori che ci spingono – “il viaggio ci rende felici, non la destinazione” è una frase che ho sempre sentito mia, fortemente motivazionale quando sfidi i tuoi limiti in bicicletta (https://www.claudbianchi.it/2018/06/12/il-viaggio-ci-rende-felici-non-la-destinazione/), ma assolutamente calzante anche in un ambito lavorativo.

Partiamo dal numero principale, le persone: INNOVENGER – che non aveva dipendenti prima dell’ingresso di Nembrini Consulting in Aprile – ha intrapreso un percorso di crescita rapido e sostenibile in Italia: adesso (fine Agosto) ci sono 8 dipendenti più alcuni freelance e il forecast per la chiusura dell’anno solare è di 15 dipendenti – non troppi ma neanche troppo pochi considerando che le risorse a cui possiamo attingere sono ovviamente anche quelle di Nembrini in Svizzera (anche Canada e India).

Al di là delle persone, molto più importanti dei numeri che le rappresentano, considero un grande obiettivo smarcato il fatto che abbiamo chiarito il modo con cui vogliamo lavorare:

We are innovative, we are creative, we are passionate – we are pleased to share our expertise and ideas to help our customers shaping their own processes – we like to be ARCHITECT (and we are good at). We put People first, and we go above and beyond expectations – for our clients, our partners, and our teammates.

Q: Tutto bellissimo, anche un po’ “fuffologico” – per essere concreti, come pensate di muovervi sul mercato?

Le nostre attività seguono 4 direttrici / modalità di ingaggio:
(spendo qualche frase per illustrarle – titolo in inglese, un piccolo riassunto in italiano – perchè sono importanti per raccontare chi siamo)

Shaping E2E Solutions: disegnamo soluzioni per supportare le iniziative di clienti e partner e guidare i loro “Digital Needs”. Contestualmente consolidiamo Asset per facilitare le esigenze del Business e ridurre il Time to Market.

Running Scrums: supportiamo i nostri partner gestendo interi Scrum (team progettuali autoconsistenti secondo la metodologia Agile) su differenti tecnologie – i nostri team sono indipendenti e rapidi ad arrivare alla piena velocità grazie al perfetto mix di skill ed esperienze che mettiamo in campo.

Certified Experts: le maggior parte delle nostre risorse vengono dalle maggiori società di consulenza, altri hanno esperienze manageriali in azienda – sono tutti esperti e professionisti con competenze trasversali rispetto ai diversi settori industriali; inoltre investiamo consistemente in training e certificazioni.

Interim Managers / Board Advisors: considerando il livello medio di seniority ed esperienza, siamo pronti e orgogliosi di assumere pro tempore responsabilità strutturali o legate a programmi di trasformazione per conto dei nostri clienti / partner per poter guidare innovazione, processi e soluzioni (e ci piace farlo!)

Non abbiamo una preferenza spiccata tra queste modalità, vogliamo aiutare clienti e partner facendo quello che ci riesce meglio e di cui siamo appassionati, con l’ambizione di portare del valore aggiunto e suggerire la cosa giusta. Dato che crediamo in quello che facciamo, spesso l’ingaggio con una modalità evolve con trasparenza e vera partnership verso qualcosa di più articolato in una modalità differente.

Q: “Fare solo quello che piace” non rischia di limitare l’ambito di azione oppure di rimanere una mera dichiarazione di intenti?

Sono fortemente convinto che il poter fare un lavoro che ti piace limiti molto il rischio di scostarsi dai propri desiderata, soprattutto quando questi sono parte integrante dell’approccio verso clienti e partner – credo che si possa stabilire un circolo virtuoso che autolimenta sia la passione che l’efficiacia.

Da una parte trovo che sia fondamentale in questo la piramide dei bisogni di Maslow:

  • nella mia carriera ho avuto la fortuna di confrontarmi quasi sempre con i bisogni in cima alla piramide (Stima e Auto-Realizzazione) e adesso mi trovo a privilegiare ingaggi che siano stimolanti da questo punto di vista, per me ma anche per le persone che lavorano con me
  • vista al contrario, farò sempre fatica a vendere un progetto commodity oppure di cui non percepisco l’utilità per il cliente finale (a prescindere dal compenso), così come faticherò anche nel “promuoverlo” con eventuali risorse assegnate
  • un aneddoto dei tempi di Andersen Consulting, abbiamo avuto una discussione concettuale sulla questione “se il contenuto del lavoro fosse rilevante per la propria crescita/felicità”: ecco, io ero uno degli unici due Manager+ che ne erano fermamente convinti (su 10) e non ho cambiato la mia opinione

Dall’altra parte, l’ownership dei contenuti aiuta moltissimo: innovatività, creatività e passione sono parole fondanti per INNOVENGER – ci siamo “divertiti” negli ultimi mesi a definire la nostra INNOVENGER Digital Solution, basata su una architettura ad eventi estremamente concreta e scalabile.

Q: Quali sono le caratteristiche distintive della INNOVENGER Digital Solution?

Volutamente non stiamo enfatizzando la parola “commerce”, in un certo senso limitativo: dal momento che cerchiamo la maniera di aiutare i nostri clienti ad interagire con i loro consumatori finali fornendo loro nuove esperienze (inclusa comunicazione personalizzata, eventi legati al brand e collezioni esclusive / showroom e sfilate), riteniamo che il nome “omnichannel commerce” non sia sufficientemente “inclusivo” da coprire tutte le esperienze e i touchpoint del journey dei consumatori.

Dall’altro lato, raccogliere, elaborare e organizzare (attorno ai consumatori) le analitiche legate ad ogni evento, aumenta la capacità di raggiungere gli obiettivi finali delle aziende in termini di customer engagement (quindi sicuramente vendite ma non esclusivamente quello).

La logica di interazione legata agli eventi rappresenta il robusto strato architetturale che lega il tutto, sul quale innestare senza limitarne la creatività i vari touchpoint innovativi e/o i componenti che governano interazioni e processi. In questa logica i vari componenti specializzati rappresentano dei micro servizi che possono essere scalati / sostituiti nel momento in cui il sizing non è più adeguato alle esigenze del contesto.

Rispetto a soluzioni architetturali che andavano per la maggiore qualche anno fa, caratterizzate da costi di entrata significativi per l’acquisizione delle tecnologie, l’approccio basato sul “bus” degli eventi come connettore presenta una flessibilità e quindi scalabilità molto maggiore.
Una precisazione è doverosa: senza fare nomi, questo non vuol dire che i player più tradizionali non abbiamo soluzioni “migliori” per alcuni contesti:

  • la nostra tesi è che in un contesto di crescita, una volta disegnata una robusta architettura di supporto (che rappresenta una delle chiavi di successo delle iniziative), non sia per forza necessario limitare le funzionalità / caratteristiche digitali per seguire il profilo di spesa consentito dal budget progettuale (alcuni dei componenti che abbiamo identificato hanno un modello di licensing progressivo che consente di approcciarli fin dalla fase di startup)
  • contemporaneamente, la necessità di adottare uno dei componenti “leader” per l’implementazione di un certo processo è probabile che arrivi in un momento successivo, quando il processo è arrivato a maturazione e le transazioni si sono stabilizzate sopra un certo volume – “l’architettura” facilita in questo caso lo switch tra tecnologie intervenendo “chirurgicamente” sul componente da sostituire e sul suo collegamento

Ho evitato accuratamente di riportare diagrammi/illustrazioni che avrebbero potuto rendermi attaccabile da un punto di vista architetturale (A Milano si dice “Ofelè fa el to mesté”), ma volevo condividere i principi ispiratori che consideriamo quando lavoriamo a quattro mani (sei, otto, …) sulla nostra Digital Solution, con l’obiettivo di portare del valore e anche un po’ di presunzione di riuscirci per esperienze e passione che ci mettiamo.

Q: Chi sono i target di applicazione per la INNOVENGER Digital Solution e qual è il portafoglio clienti che vorreste avere?

Mi sento di dire che non ci sono limiti agli utilizzatori target della nostra Digital Solution per tutta una serie di motivazioni:

  • alcune sono architetturali: la nostra Digital Solution nasce per essere modulare – quindi alcune componenti possono essere utilizzate a copertura di processi parziali rispetto allo scope funzionale complessivo – e nello stesso tempo scalabile – cioè non ci sono controindicazioni a utilizzarla già a partire dalle fasi di startup del cliente in un ambito digitale. Tutto questo riduce le barriere all’entrata
  • le altre motivazioni sono insite nella nostra creatività e nel nostro approccio consulenziale: ci piace risolvere i problemi dei nostri clienti e pensiamo “in grande” per farlo – questo funziona sia su clienti più piccoli che sui “big” che magari approcciamo assieme ai grandi system integrator

Alcune referenze che abbiamo rispondono esattamente a questo tipo di approccio. Inoltre la INNOVENGER Digital Solution è anche la base del nostro Marketplace Destination Luxury (con 4 clienti attivi e in attesa del lancio ufficiale che abbiamo rimandato per maggiore vicinanza con il Natale – questo merita però un articolo dedicato).

Per quanto riguarda il posizionamento, la declinazione della nostra mission è quella di poter essere il partner di riferimento (sia verso i clienti che verso i partner) per profili molto qualificati in ambito Digital e/o soluzioni martech / commerce fruibili anche per clienti non enormi o comunque in maniera scalabile.

Proprio per la tipologia di approccio che adotta, INNOVENGER può collaborare con Società di Consulenza / System Integrator e/o altri Partner Tecnologici che consentano reciprocamente un ampliamento dei servizi a valore aggiunto per il Cliente finale.

Al di là di alcuni clienti finali che abbiamo acquisito per conoscenza diretta = credibilità consolidata negli anni, in generale lavorare con i grossi System Integrator consente a INNOVENGER l’accesso anche ai grandi clienti finali con cui molti di noi sono sempre stati abituati a interagire e su cui abbiamo costruito esperienze e credibilità – viceversa, INNOVENGER abilita per i “big” una serie di tecnologie e talvolta anche clienti che non sarebbero differentemente raggiungibili.

Penso che il rapporto sia assolutamente win-win, in questi mesi siamo riusciti a interfacciarci proficuamente con 3 dei grossi big della consulenza (inclusa la company a cui sono più legato per la mia lunga militanza…) – 1 certificazione acquisita e 1 in progress è senza dubbio uno dei risultati “actuals” di cui sarò molto contento alla conferma della seconda … (parliamo di processi che rappresentano dei challenge veramente complicati…).

Due parole sulla diversificazione di queste partnership – credo sia assolutamente fondamentale per un percorso di crescita come quello che abbiamo intrapreso: crea non-dipendenza, autonomia, flessibilità e anche qualità. Deve però essere governata con rigore professionale e atteggiamenti trasparenti ed etici: ovviamente la credibilità passa anche dalla separazione degli ambiti e dalla riservatezza e consistenza degli accordi, condizione necessaria per delle vere partnership – in nessun caso abbiamo neanche considerato accordi che potessero avere estremi di concorrenzialità (di ruolo, di cliente, di tecnologia, di ambito, di business development) – per esempio forniamo Scrum Master / Agile Coach per un partner, Architetti e Team Lead su una certa tecnologia a un altro, stiamo esplorando la possibilità di fornire un intero Scrum dall’estero su una tecnologia differente per il terzo

Q: Qual è il prossimo passo sul percorso di crescita?

Abbiamo già iniziato alcuni dei prossimi sogni…. l’etica del lavoro elimina la paura.

Un piccolo spoiler che mi affascina …

E’ un dato di fatto in un mondo IT/Digital in cui il Covid ha cambiato il modo di lavorare in termini di metodologia (adesso ormai interamente Agile) e soprattutto di virtualizzazione dei meeting (smart working), che è molto più difficile per un ragazzo/a che arriva dall’università crescere professionalmente senza avere di fianco chi è capace di insegnargli soft skill e modo di lavorare….

… stiamo lavorando a un accordo con un polo universitario per aprire una sede operativa co-partecipata all’interno del campus …è ancora presto per i dettagli ma sicuramente pensare in grande non è una cosa che ci fa difetto!

Claudio Bianchi

CEO of INNOVENGER